A San Calogero il ricordo di Soumaila Sacko, Usb: "Per lui e per tutti gli invisibili porteremo i nostri stivali a Roma"

sacko manifestazione"Porteremo i nostri stivali a Roma". L'Usb ha ricordato ieri, a San Calogero, in Calabria, Soumaila Sacko, il 29enne attivista e dirigente sindacale ucciso con un colpo di fucile alla testa il 2 giugno 2018 mentre cercava lamiere in una fabbrica abbandonata di San Calogero, nel vibonese, per costruire un rifugio nella vicina tendopoli di San Ferdinando. Una delegazione del Coordinamento lavoratori agricoli Usb ha deposto un mazzo di fiori nell'ex fornace La Tranquilla, nel luogo dove si consumo' il delitto. All'iniziativa sono intervenuti Peppe Marra (Usb Reggio Calabria), Bakary Fofana, cugino di Soumaila e Madoufoune Fofana che, quel 2 giugno 2018, ha visto morire il bracciante e delegato sindacale Usb.

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"Un migrante - ha detto Aboubakar Soumahoro del Coordinamento lavoratori agricoli Usb - un bracciante, uno sfruttato. Un attivista sindacale, un fratello... un uomo. Se schiavitu' vuol dire privazione della libera affermazione dell'essere umano, allora in Italia ci sono elementi di schiavitu'. Per la promessa che abbiamo fatto alla madre di Soumaila Sacko quando abbiamo riportato il suo corpo in Mali: non fermatevi, non fermiamoci, ci disse, perche' la memoria di nostro figlio va tutelata, perche' le sue battaglie non muoiano con lui. Per il giuramento che abbiamo fatto di non abbandonare la lotta iniziata da suo figlio; perche' non accada ad altri quello che e' successo a lui; per Soumaila e tutti gli altri invisibili, noi presto porteremo i nostri stivali a Roma, per far vedere al governo il fango della nostra miseria".

"Nella Piana di Gioia Tauro, e non solo - e' scritto in un comunicato dell'Usb di Reggio - tutto intanto e' rimasto come allora, con l'aggiunta dell'emergenza coronavirus che ha condannato i braccianti a un'esistenza se possibile ancora piu' dannata e marginale. E non sara' certo il cosiddetto Decreto Rilancio, con una regolarizzazione di facciata, limitata nel tempo e per una platea di pochi, a salvare la vita e la dignita' di centinaia di migliaia di invisibili delle campagne e delle periferie italiane. Per questo prepariamo una nuova grande mobilitazione, dopo lo sciopero nazionale dei braccianti del 21 maggio".