Dalla trattativa Stato-‘Ndrangheta ai rapporti istituzionali e con i clan: la verità dell’avvocato Antonio Marra

marraantonio 500di Claudio Cordova -Né confidente, né appartenente ai Servizi Segreti. La versione dell'avvocato Antonio Marra è in un certo senso scontata, ma non per questo affermata in aula con meno convinzione. Il legale, imputato nel maxiprocesso "Gotha", celebrato a Reggio Calabria contro la cupola massonica della 'ndrangheta, ha scelto di rispondere alle domande del pm Stefano Musolino, del suo avvocato di fiducia, Francesco Calabrese, e del Tribunale presieduto da Silvia Capone.

L'esame condotto dal pm antimafia Musolino si è concentrato, soprattutto, sui rapporti istituzionali tenuti negli anni dall'avvocato Marra, indicato da diversi collaboratori di giustizia come "confidente" o, comunque, soggetto che si muoveva in un mondo di mezzo, tra ambienti vicini alla criminalità organizzata e forze dell'ordine, magistratura e servizi segreti. Circostanze che Marra ha negato, confermando solo alcune interlocuzioni con il mondo dell'intelligence. Al centro delle domande del pm Musolino, in particolare i rapporti con i carabinieri Anastasio Fichera e Francesco Pati. Con quest'ultimo, Marra avrebbe intrattenuto un rapporto costante, fatto di incontri e telefonate: "Erano rapporti personali, alla luce del sole" afferma in aula l'avvocato. Fichera, invece, è l'appartenente all'Arma che avrebbe chiesto a Marra di incontrare don Pino Strangio, in quel periodo responsabile del Santuario della Madonna di Polsi e oggi imputato nel processo per associazione segreta aggravata dalle modalità mafiose: "Fichera voleva aiuto da don Pino per effettuare qualche attività su San Luca, qualche arresto".

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Il periodo è quello che si incastra subito dopo la strage di Duisburg, che nel Ferragosto 2007 rappresenterà il punto più cruento ed eclatante della storica faida di San Luca. Marra è ritenuto protagonista, unitamente ad altri soggetti, in ruoli di intermediazione, previo accordo con alcuni 'ndranghetisti del locale di San Luca, con canali ritenuti "non istituzionali", al fine di acquisire notizie utili per la cattura di alcuni latitanti "sanlucoti", in particolare Giovanni Strangio (arrestato dalla Polizia in Olanda il 12 marzo 2009), all'epoca gravemente indiziato quale uno degli autori della strage di Duisburg (Germania), verificatasi il 15 agosto 2007, poi condannato con sentenza di primo grado alla pena dell'ergastolo. Una menzione particolare, in questo contesto, merita la profonda amicizia che c'è tra Marra e Don Pino Strangio, parroco della diocesi di Locri presso la parrocchia di San Luca. Per la Squadra Mobile, Strangio rappresenta una figura importante che opera da collante tra le istituzioni e le famiglie di 'ndrangheta della Locride. Così, dunque, i Carabinieri provano a penetrare a San Luca: protagonisti, oltre a Fichera, anche il maresciallo Pati, Marra e don Pino Strangio in un incontro a San Luca.

Poi, don Pino cerca il contatto con la magistratura. Dal racconto di Fichera: in una visita al Cedir, il parroco avrebbe anche consegnato un libro sulla Madonna di Polsi al magistrato Francesco Mollace. Fichera, in quel periodo appartenente al Ros, sostiene anche che dell'operazione su San Luca sarebbero stato informati i magistrati Alberto Cisterna (in quel periodo in servizio alla Direzione Nazionale Antimafia) e Nicola Gratteri: circostanza che Marra esclude categoricamente.

Accordi, confidenze e soffiate. Marra sarebbe stato un elemento di collegamento tra la 'ndrangheta militare e lo Stato, disposto a trattare per dare risposte dopo la strage di Duisburg. Il legale, tuttavia, non nega i suoi rapporti con il mondo istituzionale, ma esclude qualsiasi manovra torbida: "Nel periodo in cui frequentavo il generale Angiolo Pellegrini (ex capocentro della DIA a Reggio Calabria, ndr) lui ha imbastito il processo "Olimpia" e io l'ho appreso dai giornali".

Marra è imputato nel maxiprocesso "Gotha" insieme all'altro avvocato, nonché suo grande amico, Paolo Romeo, ex parlamentare considerato a capo della masso-'ndrangheta reggina. E la lunga deposizione di Marra si concentra anche sui suoi rapporti con il mondo criminale reggino, in particolare, con quello del rione Gallico, da tempo luogo privilegiato dei due. Si va dal boss Mimmo Chirico, assassinato anni fa in un agguato mafioso, al pentito Paolo Iannò, passando per Carmelo Cartisano, recentemente colpito da una nuova inchiesta sul suo locale, il "Naos", fino al noto imprenditore Angelo Frascati, attivo in svariati settori, tra cui quello della rivendita di auto: "Abbiamo venduto le auto blindate a Totò Libri, a Mario Audino, a Giovanni Ficara, detto il "gioielliere", qualcuno ha pagato, altri no" afferma senza problemi Marra.