Usura ed estorsione a Cosenza: arrestati 5 pregiudicati

cosenzaquestura 500Sono 5 pregiudicati, le persone finite nelle maglie della giustizia questa mattina, a seguito dell'operazione della polizia denominata "Alto tasso" e accusate di usura, estorsione ed esercizio abusivo del credito. In carcere sono finiti B.A., 43 anni, di Cosenza, B.M., 52 anni, di Mendicino, e M.S., 51 anni, di Cosenza; arresti domiciliari per P.P., 73 anni, di Cosenza; divieto di dimora nei Comuni di Cosenza e Rende per C.S., 64 anni. L'attivita' investigativa nasce dalla denuncia sporta nel giugno 2018 in Questura da una delle vittima di usura.

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La Squadra Mobile di Cosenza, con il coordinamento della Procura della Repubblica, ha avviato intercettazioni, pedinamenti e servizi di osservazione, che hanno consentito di individuare un gruppo di usurai i quali, agendo ognuno in maniera autonoma, e solo in alcune circostanze uno di loro in concorso con altri, prestavano soldi "a strozzo" alle vittime, tutte in stato di bisogno, esigendo poi in cambio la restituzione di esorbitanti somme di denaro. Molte le minacce quando le vittime non riuscivano a pagare.

"In Questura si e' presentato un uomo che ha detto di parlare a nome di un amico, che gli avrebbe confidato che voleva suicidarsi perche' ormai soffocato dall'usura". Il racconto e' del sostituto procuratore di CosenzaMargherita Sacca', che ha seguito le indagini dell'operazione antiusura "Alto tasso". "In realta' - racconta Sacca' - era anche lui, il denunciante, sotto usura, come poi la polizia ha scoperto. Individuati gli usurai, siamo poi arrivati a diverse vittime, ma nessuno ha voluto denunciare - precisa il magistrato - anche se versavano in forte disagio economico: c'era chi non poteva pagare piu' le bollette, chi non riusciva piu' neanche a fare benzina all'auto, chi aveva avuto un imprevisto e doveva fare dei lavori di ristrutturazione". "Il caso piu' toccante e' quello di un padre che aveva la figlia di pochi anni bisognosa di cure costose - ha detto Sacca' - che non ha trovato ne' lo Stato ne' gli amici e si e' rivolto agli usurai. Nessuno ha denunciato, per vergogna e perche' si vede nell'usuraio addirittura un benefattore e da questo schema culturale bisogna uscire". (AGI)