Catanzaro, Centro studi politico sociali "Don Francesco Caporale": "Viale Isonzo non è solo un bacino di voti, è l'emblema di una società assuefatta al brutto e al male"

"Viale Isonzo brucia, ma questa volta lontano dalle telecamere della trasmissione televisiva 'Striscia la Notizia'. Ci sono solo, si fa per dire "solo", i cronisti delle tante testate giornalistiche cartacee, on line e televisive, che l'inferno del quartiere ghetto abitato dai rom le raccontano quotidianamente, con coraggio, spesso nell'indifferenza generale prima di tutto della politica. Il coro dell'indignazione, lontano dalla ribalta nazionale, quindi, è rimasto silenziato. Ma lo sdegno per quel degrado che resta lì, fermo e immutato, e brucia assieme all'appartamento per fortuna disabitato di uno stabile da dove vengono allontanate tante famiglie. Cresce a dismisura come il senso d'impotenza che provano quanti, come noi, si interrogano sulla possibilità e la volontà di intervenire in maniera concreta per cambiare il corso delle cose in una fetta di città dove il tempo si è fermato, incastrato, senza regole e senza prospettive". E' quanto si legge in una nota del Direttivo del Centro studi politico-sociali "Don Francesco Caporale".

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"Il degrado abitativo e sociale, pone ai margini della società quanti vivono in quel quartiere imprigionato dalle attività criminali, dalla mancanza di lavoro, dove i bambini sono sfruttati per fare le staffette nelle attività di spaccio e nelle estorsioni – scrive ancora il direttivo del centro studi -. Questi stessi professionisti della Catanzaro bene che si 'servono' alla piazza dello spaccio dove quei bambini giocano, dovrebbero farsi carico del peso morale e sociale di quello che tolgono sfruttando quegli ambienti: il futuro. Una possibilità di cambiare vita che potrebbe essere offerta loro se fossero sottratti alle proprie famiglie e sostenuti in un percorso alternativo, esattamente come succede ai figli del mafiosi che beneficiano del cosiddetto metodo Di Bella, il presidente del tribunale dei minori di Reggio Calabria che allontana i minori dalle famiglie di origine salvandoli dalla ndrangheta. Invece, il settore Politiche sociali del Comune di Catanzaro non solo resta in silenzio, ma latita: nemmeno si avvicina in quel contesto, lasciando bruciare case e speranze. Nel silenzio della comunità. Noi non ci stiamo: pensiamo ad un esposto da presentare alla Procura proprio per denunciare quanto accade nell'immobilismo delle istituzioni competenti, non vogliamo essere complici di chi si gira dall'altra parte. C'è una precisa volontà politica di lasciare bruciare all'infermo centinaia di famiglie, comprese quelle oneste che hanno solo la colpa di vivere a Viale Isonzo? Se sì, perché? Se lo chiederanno anche i prossimi candidati alla presidenza della Regione? Guardate che viale Isonzo non è solo un bacino di voti, è l'emblema di una società assuefatta al brutto e al male e per questo in decadenza".