Da Balistreri a Gallo: levateci tutto, ma non la Reggina

30maggiobalistreridi Paolo Ficara - 30 aprile e 30 maggio. Questo il coro soddisfatto, partorito cinque anni fa nel settore ospiti del San Filippo. Una Reggina rimasta in inferiorità numerica fin dall'inizio della ripresa, e col proprio allenatore a dare indicazioni dagli spalti, tirava fuori due attributi grandi quanto i propri 101 anni di storia ed affondava il Messina al playout. A casa sua. Sono passati cinque anni.

Di quella giornata rimangono negli occhi diversi momenti. Il parapiglia all'intervallo nel sottopassaggio, il clima infernale, Giacomo Tedesco e Lillo Foti in tribuna quasi a guardia del corpo l'uno dell'altro, il gol di Pietro Balistreri, il selfie sul pullman con il tabellone luminoso, la festa al ritorno della squadra a Reggio. È l'unico isolato giorno di vera gioia degli ultimi 13 anni.

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Immaginare quella sera che si sarebbe trattato dell'ultima partita della Reggina Calcio, sarebbe stato duro quanto fantasticare su una rinascita in grande stile. Seppur dopo una straziante attesa.

L'epicità di quella sfida tra poveri, che appena 8 anni prima si giocavano la salvezza in Serie A, deve farci apprezzare ancor di più quanto stiamo vivendo oggi. Sono cadute altre nobili del calcio meridionale, nel frattempo. La Reggina si è rialzata sul piano degli obiettivi, nonché su quello dell'entusiasmo. Era il nostro sogno, all'indomani della mancata iscrizione. Sapevamo che era nelle nostre corde.

Come spesso avviene nella vita, per conoscere il nostro valore dobbiamo incontrare qualcuno che ce lo riconosca. Luca Gallo ha puntato sulla nostra città, ne ha intuito le potenzialità. Sta dando concretezza a quei discorsi per i quali passavamo per visionari. Gli sberleffi, oggi come allora non contano niente. Chi riteneva che la mediocrità sul piano di mentalità ed investimenti (unita al finto perbenismo) fosse il massimo esprimibile per la Reggina, ha trovato nell'imprenditore romano una risposta con tanto di punto esclamativo.

Il 30 maggio di cinque anni fa eravamo per strada a festeggiare una salvezza in Serie C, cui sarebbe seguita una momentanea scomparsa dal calcio professionistico. Tra qualche giorno, il paradosso potrebbe essere rappresentato da un verdetto per comunicato stampa, oltre che dal distanziamento sociale che comprometterà la spontaneità dell'esultanza. Forse anche questa è un'ulteriore lezione. Levateci tutto, ma non la Reggina.