Sanità, cure primarie: Fp Cgil pronta al dialogo con Regione e Commissario per migliorare il settore

"L'enorme sfida che le cure primarie si trovano oggi ad affrontare è quella di riuscire a fornire risposte adeguate a bisogni di salute sempre più complessi collegati all'invecchiamento della popolazione e alla prevalenza delle malattie croniche. All'eccezionalità di questa sfida, di fronte alla complessità dei bisogni di salute della popolazione, le strutture di base del servizio sanitario devono attrezzarsi diversamente e rivedere la loro organizzazione, innovando le cure primarie per dare risposte efficaci a questi bisogni". Lo si legge in una nota della Fp Cgil.

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"Il Dipartimento tutela della salute della Regione Calabria e l'Ufficio del Commissariato ad acta, rispondono invece, a nostro avviso solo parzialmente a questa sfida, con la pubblicazione del DCA n.174 del 6 dicembre scorso, in cui prendono atto delle delibere delle Aziende Sanitarie delle Province di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia di costituzione delle aggregazioni funzionali territoriali della medicina generale e delle unità complesse delle cure primarie.
Intanto un rilievo di metodo, la mancanza di una disposizione analoga nelle due Aziende Sanitarie commissariate, Catanzaro e Reggio Calabria comporta effetti discriminatori a danno sia dei medici che intendono operare all'interno di queste forme complesse di assistenza, sia degli assistiti residenti nelle Province interessate che si vedono privati di un così importante modello assistenziale, quando, invece, si dovrebbe operare nell'ottica di consentire l'effettivo accesso a tutti i medici di medicina generale e di garantire a tutti gli utenti del Servizio Sanitario Regionale una più ampia tutela del diritto alla salute.
Poi, una critica nel merito. Se l'obiettivo è di potenziare la presa in carico integrata e proattiva delle patologie croniche, a nostro avviso, tale progetto si realizza pienamente solo all'interno delle Case della Salute a bassa complessità assistenziale, che sono le uniche strutture a poter garantire una forte integrazione multi-professionale: MMG (assistenza primaria e continuità assistenziale), specialisti ambulatoriali (geriatra, fisiatra, ecc. ...) infermiere case manager, assistente sociale, infermieri, OSS.
Ebbene, in questo senso, riteniamo il provvedimento regionale parziale ed incompleto. Infatti c'è il rischio che l'assistenza primaria si disperda in forme aggregative troppo diverse fra di loro, con il rischio di generare modelli di risposta sanitaria ad altissimo tasso di variabilità. Se, invece, la medicina di prossimità è, come universalmente riconosciuto, un valore, esso si esalta e si concretizza solo se le strutture erogatrici realizzano un contatto reale con i cittadini e, in questo senso, la casa della salute può fungere da aggregatore di servizi esistenti e magari frammentati, a patto che vengano garantiti investimenti strutturali e strumentali, perché la casa della salute sia di supporto alla domiciliarità e, laddove presente, alla residenzialità dei pazienti cronici e si giunga alla presa in carico della malattia conclamata. Il luogo, insomma, in cui attuare il controllo della aderenza ai piani terapeutici, verificare l'esecuzione degli esami di laboratorio, pianificare le consulenze specialistiche nell'ambito del Piano individuale di assistenza che il medico di medicina generale ritenga necessario attivare.
E' questo, un quadro estremamente realistico di ciò che può essere realizzato in queste strutture che diventerebbero, se omogeneamente diffuse, i terminali attraverso cui il distretto realizza l'effettiva presa in carico e la continuità della assistenza.
Un appello, quindi, al Dipartimento regionale tutela della salute e all'Ufficio Commissariale al piano di rientro, ad un confronto serrato su questi e altri temi della sanità. La FP CGIL e la FP CGIL Medici e dirigenti SSN della Calabria mettono a disposizione le proprie idee e le proprie proposte per individuare, insieme le soluzioni migliori".